Imprese culturali e creative
Questa pubblicazione restituisce un quadro completo della domanda di lavoro, espressa da questa specifica tipologia di impresa, e delle sue caratteristiche qualitative in termini di fabbisogni professionali e formativi e specifiche competenze richieste. Nel corso del 2021, nelle policy europee e nazionali, l’attenzione ai settori culturali e creativi si è ulteriormente focalizzata e rafforzata. La Commissione UE ha incluso i settori culturali e creativi tra i cosiddetti “ecosistemi” prioritari per il mercato unico nell’ambito della Nuova Strategia Industriale Europea, mentre il Programma UE “Europa Creativa”, ha avviato, a favore di tali settori, il suo sostegno per il rafforzamento della catena del valore e per la diffusione di modelli imprenditoriali innovativi. A livello nazionale, la Missione 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finalizzata a dare un impulso decisivo al rilancio della competitività, ha incluso la valorizzazione del patrimonio culturale e turistico, anche in funzione della transizione verde e digitale e della promozione dell’immagine del Paese. Le azioni previste mirano ad un migliore accesso al patrimonio culturale, migliorando la sua protezione, valorizzazione e restauro. La ricerca e l'innovazione sosterranno la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro attraverso le industrie culturali e creative e contribuiranno ad integrarle nella politica industriale europea come motori di innovazione e competitività. Vi è bisogno di nuove competenze gestionali e di team building, digitali, innovative, di community engagement o di networking territoriale, indispensabili per questo settore.
Le entrate previste per le imprese culturali e creative dell’indagine ammontano per il 2021 a 268.400 unità, rappresentando il 5,8% del totale delle imprese italiane, dove il valore delle entrate è di poco superiore ai 4,6 milioni di entrate. Le entrate programmate dalle imprese culturali e creative sono poi distinte e analizzate per ciascuno dei quattro ambiti considerati come “core”: industrie creative, industrie culturali, patrimonio storico-artistico, performing arts e intrattenimento. A queste si aggiungono poco meno di 20mila entrate programmate dalle imprese del Made in Italy a contenuto culturale. Allargando ulteriormente il perimetro di indagine alle imprese del turismo a prevalente vocazione culturale, il Sistema Informativo Excelsior ha rilevato, sempre per il 2021, un fabbisogno di oltre 316mila nuove assunzioni.
E nel nostro territorio?
Alla data del 31 marzo 2021, le ICC (imprese culturali e creative) con dipendenti nella nostra provincia ammontano a oltre 700 unità dando lavoro a circa 5 mila dipendenti. Elevato è il quantitativo di entrate di lavoratori previsto per il 2021 nella provincia di Salerno da questo insieme di imprese, pari a 2.100 unità rispetto alle 1.590 del 2020. Valore, questo, che rappresenta una significativa risposta alla contrazione che si era registrata nel 2020 per via delle strette legate alla pandemia da COVID-19.
Delle nuove entrate previste si è ridotta di circa 2 punti percentuali la quota di quelle di difficile reperimento, passando dal 31,1% al 29,5%. La quota di entrate under 30 delle ICC risulta in aumento, nel 2021 è pari al 35,8% rispetto al 29,1% del 2020.
Principali caratteristiche delle entrate previste dalle imprese culturali e creative (valori assoluti e quota % sul totale) - Provincia di Salerno – Anno 2021

Il core culturale richiede figure altamente qualificate e, al contempo, capaci di coniugare elevate conoscenze specializzate con talento e creatività, per sapersi adattare alla continua evoluzione dei mercati attraverso l’innovazione e la sperimentazione. Infatti, il 30,6% delle entrate previste riguarda lavoratori laureati, e particolarmente elevata è anche la richiesta di figure diplomate, le quali rappresentano il 38,1% delle entrate previste.
Turismo a “prevalente vocazione culturale”
Come per le precedenti edizioni, l’ambito di indagine di questo Rapporto si è esteso anche ad un’importante filiera considerata contigua o, comunque, correlata a quella culturale, ossia la filiera del turismo. Un settore fortemente colpito dalle chiusure rese necessarie dall’epidemia da COVID-19. Secondo i dati del Conto Satellite del Turismo, il calo dell’attività turistica ha rappresentato un quarto del calo nel valore aggiunto registratosi nel 2020. Nel 2021, si è certamente assistito ad una nuova crescita seppur i dati siano ancora distanti rispetto a quelli del 2019, addirittura inferiori rispetto a quelli del 2010 (Istat, 2021). Tuttavia, come noto, le motivazioni associate ai viaggi non sono necessariamente correlate al consumo culturale; pertanto, il primo step da realizzare per giungere a risultati coerenti e non sovrastimare gli esiti dell’analisi, è quello di isolare, nella definizione del perimetro in esame, le imprese del settore del turismo a “prevalente vocazione culturale”. Si è ritenuto opportuno confermare il modello di perimetrazione impostato sulla selezione territoriale di province in cui le imprese rientrano nelle categorie Ateco e che, al contempo, sono attive in aree in cui il turismo possa essere definito culturale - vale a dire trainato, in maniera predominante, da attività, beni e servizi del settore. Fra le 35 province è compresa anche SALERNO (nelle pag. 65-66 del rapporto è possibile reperire tutte le osservazioni e la metodologia di perimetrazione). Le imprese operanti nel turismo a “prevalente vocazione culturale” e localizzate nei 35 territori considerati ammontano a 75.823 unità ed occupano oltre 434 mila addetti alle dipendenze con una entrata prevista nel 2021 di oltre 316 mila unità.
Nel Mezzogiorno (Sud e Isole) troviamo quasi un terzo delle imprese dei 35 territori considerati (33,1%), leggermente in crescita rispetto al 2020 (32,4%). Le altre tre ripartizioni sono, invece, accomunate dall’aver perso circa 2 decimi di punti in termini di incidenza. Dopo il Mezzogiorno si colloca il Centro, con il 29,2% delle imprese, dato rimasto sostanzialmente invariato (-0,2 punti percentuali), mentre il Nord-Ovest si ferma al 20,4%, ovvero 3,1 punti percentuali in più rispetto al Nord-Est (17,3%).
Tra le province/città metropolitane con la maggior concentrazione di imprese troviamo al primo posto Roma, con il 14,9%, seguita da Milano e Napoli, rispettivamente con il 9,3% e il 7,5%, con la città metropolitana campana che è l’unica fra le tre ad aver messo a segno un incremento del numero di iniziative imprenditoriali (+31 pari allo 0,6%). Il capoluogo campano non è stato l’unico protagonista in termini di incremento di imprese. Lungo lo Stivale se ne incontrano altre sei, di cui ben quattro si collocano in Sicilia, dove si riscontrano incrementi: del 2,5% a Palermo, del 3,3% a Siracusa e del 4,5% a Ragusa. Altro incremento rilevante è quello evidenziato da Caserta (+3,6%). Salerno occupa l’undicesima posizione per numerosità di imprese (il 3,8%) sui 35 territori.
Distribuzione di imprese e dipendenti 2021 delle imprese del turismo a “prevalente vocazione culturale” - (percentuali sul totale delle 35 province in analisi)
Imprese del turismo culturale con dipendenti, dipendenti ed entrate previste dalle imprese a “prevalente vocazione culturale”
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Imprese del turismo culturale con dipendenti (v.a.)
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Dipendenti (v.a.)
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Entrate previste nel 2021 (v.a.)
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ITALIA
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75.820
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434.420
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316.220
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CAMPANIA
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10.020
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47.840
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34.460
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CASERTA
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1.440
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6.270
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4.000
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NAPOLI
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5.670
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29.120
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19.510
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SALERNO
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2.910
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12.450
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10.950
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Fonte: Unioncamere - ANPAL Sistema Informativo Excelsior, 2021 – Elab. Ufficio Statistica e Prezzi CCIAA Salerno
Per informazioni:
Ufficio Statistica e Prezzi